Crosta ferro-manganesifera a Monte Maranfusa

Monte Maranfusa: contatto stratigrafico
 Formazione Inici/Formazione Buccheri.
Le cave di materiale lapideo, ed in genere i tagli che mettono a nudo sezioni verticali di strati sedimentari, spesso forniscono informazioni geologiche interessanti ed altrimenti poco visibili. La cava che abbiamo visitato, abbandonata dal 1987, è quella che si sviluppa su più livelli sul versante occidentale di Monte Maranfusa, nelle campagne di Roccamena (Pa). Osservando il fronte di cava, anche da una certa distanza, si notano due successioni sedimentarie distinte, entrambe calcaree, separate da uno strato sottile, molto scuro o nero, inclinato verso mezzogiorno. La roccia alla base è bianca o comunque molto chiara, a parte le evidenti colature nerastre partite dallo strato scuro. La roccia soprastante è invece decisamente grigia. Osservando più da vicino la roccia bianca si riconoscono piccoli ammonoidigasteropodi fossili ed alcune strutture sedimentarie tipiche di piana tidale e laguna di retroscogliera delle piattaforme carbonatiche. Tra queste le strutture a tepee, risultato del disseccamento del fango carbonatico della piana tidale. Per spiegare la loro origine occorre una piccola digressione. Avrete forse notato, in qualche ansa di fiume o bacino idrico con forti oscillazioni di invaso, che quando si disidrata un terreno fangoso precedentemente allagato si formano crepe che isolano poligoni di fango che una volta seccato a volte si imbarcano a scodella piegando gli orli verso l'alto. Questa superficie prende il nome di fango poligonale.
Gastropoda della Fm. Inici
Quando nello stesso bacino ritorna l'acqua, insieme a nuovo sedimento, quest'ultimo riempie le fratture prima che il fango poligonale possa rioccuparle dilatandosi. Il risultato, osservato oggi su un sedimento antico, attraverso una sezione verticale di quel sedimento ormai diagenizzato e litificato (trasformato in roccia), sono frammenti di roccia imbarcati o accostati a forma di capanna con apice aperto, che i sedimentologi chiamano strutture a tepee, per similitudine con la capanna usata dai nativi nomadi nordamericani.
Riconoscendo queste strutture in un sedimento marino del passato possiamo stabilire che esso andava incontro a cicliche fasi di esposizione subaerea e disseccamento fornendo quindi un'idea ben precisa dell'ambiente di deposizione.
Il tempo immediatamente successivo a questa fase non è qui rappresentato da sedimenti, probabilmente la parte più recente è andata erosa, ma ad un certo punto, sulla superficie di erosione, iniziò a formarsi uno strato nerastro di aspetto metallico, il livello nero di cui parlavano all'inizio che separa le rocce bianche da quelle grigie.
Ammonoidea della Fm. Inici
Ad osservarlo da vicino sembra ferro ossidato, infatti è una crosta ferro-manganesifera, un sedimento costituito da idrossidi di ferro e manganese sulla cui origine ancora si discute, ma che ritroviamo spesso in ambiente pelagico (fondale di mare aperto), su quelle superfici esposte per lungo tempo a correnti che impediscono l'accumulo di sedimenti di altro tipo.
Le croste ferro-manganesifere si accumulano in tempi lunghissimi e si trovano spesso associate alle serie condensate: successioni sedimentarie che nell'esiguità del loro spessore possono rappresentare un ampio intervallo di tempo. Con queste osservazioni possiamo stabilire che al momento della deposizione del livello ferro-manganesifero, la piattaforma carbonatica di cui facevano parte i sedimenti della roccia bianca sottostante il livello nero, era affondata e si trovava sommersa in un'area di scarsa o nulla sedimentazione. Poi le cose cambiano ancora ed iniziano ad accumularsi, sopra il livello ferro-manganesifero, sedimenti grigi, calcarei, ancora di ambiente pelagico, che costituiscono le rocce che si trovano sopra il livello scuro.
Crosta ferro-manganesifera
In altra cava, pochi chilometri più a nord, sulla Kumeta, Monti di Piana degli Albanesi, troviamo ancora un livello ferro-manganesifero, probabilmente coevo, che drappeggia una superficie di erosione carsica chiaramente subaerea e separa calcari a crinoidi da calcari nodulari pelagici. Tornando al Monte Maranfusa, la roccia bianca che sta alla base è stata riconosciuta come appartenente alla Formazione Inici e datata alla porzione più antica del Giurassico inferiore, tra 199 e 189 Ma. La roccia grigia sovrastante il livello ferro-manganesifero appartiene invece alla Formazione Buccheri, del Giurassico medio e superiore, datata tra 167 e 150 Ma. Si profila quindi, con tutte le imprecisioni del caso, una lacuna stratigrafica, un intervallo di tempo di qualche milione di anni che in parte è rappresentato dal livello ferro-manganesifero.
Approfondimenti e fonti sul tema si possono trovare tra le note illustrative alla carta geologica d'Italia dell'Ispra foglio Corleone. In un altro post di questo blog, si parla delle formazioni appena citate che affiorano a Punta Cala Bianca (Castellammare, Pa). Altro materiale su questo documento che riguarda la Formazione Inici.

Programma Artemisia



ESCURSIONI ARTEMISIA 2015

Gennaio
11 Monte Barracù, m1436, e Pizzo Cangialoso, m1457, (Monti Sicani). La grande monoclinale sicana e il "nummulitico";
17 (sabato) Bosco del Cappelliere, m1007, (Marineo). Il bosco d'inverno;
18 Pizzo Antenna, m1697, (Madonie) Alta torre sul Pian dei zucchi;
25 Monte Maranfusa, m486, Isole di roccia tra colline d'argilla;


Febbraio
1 Monte Gibilmesi, m 1152, (Monti di Palermo). Il monte delle capre;
8 Montagna della Fiera, m 971, (San Giuseppe Jato) Storie medievali e leggende;
14 (sabato) Punte della Moarda, m 1078, (Monti di Palermo). I sette cieli su Altofonte;
15 Rocca di Sciara, m1080, (Caltavuturo). Fondali marini della Tetide;
20 (venerdì) Altopiano innevato del Carbonara, m 1979, Madonie;
21 (sabato) Punte di Cuti, m 1072, Il cuore di quarzo dei Monti di Palermo;
22 Monte Magaggiaro, m 399 (Monti Sicani). Passeggiata paleontologica nelle campagne di Montevago (Ag);
28 (sabato) I Tholoi di C.da Muffoletto e il Monolito forato di C.da Arcivocalotto. Passeggiata archeologica con l'ass. Colori di Luce;

Marzo
1 Rovine di Halesa, m 246, e Sughereta di Monte Tardara, m 645, (Nebrodi, Tusa). Siculi e Greci sull'appennino di Sicilia;
7 (sabato) Monte Fanusi, m 1476, Madonie occidentali, la grande anticlinale sul Fiume Imera.
8 Periplo del Pizzo Montanello, m 964. Monti di Palermo occidentali e areale della Silene kemoniana;
14 (sabato) Villa Niscemi e Monte Pellegrino m 600, a piedi con la guida culturale;
15 Rocca Busambra, m 1613, (Monti Sicani). Il monte più alto della Sicilia ad ovest del Fiume Imera;
21 Monte Ferro, m1906 (Madonie). Neve e ripidissime faggete;
22 Pizzo Dipìlo, m1385 (Madonie). Pozzi, abissi e condotte carsiche fossili;
22 Regia Trazzera della Cannavera: antiche vie e scorci nella Valle dello Jato (Monti di Palermo);
29 Pizzo Canna, m 1429 (Madonie). Querceti, pascoli e rupi dei versanti settentrionali delle Madonie;

Aprile
4-7 Foce del Simeto e Cave iblee (Piana di Catania e Monti Iblei). Birdwatching ed esplosioni primaverili nel regno dei Siculi;
5 Torre del Bosco, lungo il percorso del Re...laboratorio sensoriale per piccoli e grandi (Corleone, Pa).
12 Prizzi e Monte Carcaci, m 1196, (Monti Sicani) Escursione con il geologo ed il botanico;
12 Grotta della Molara. Visita della grotta che si apre alle falde dei Monti di Billiemi con l'Ass. GRE (Gruppi Ricerca Ecologica) (Monti di Palermo);
19 Boschi di Castelbuono e Cozzo Luminario, m 1512, (Madonie). Versanti orientali, coralli e alberi monumentali;
19 Cozzo Stagnataro e Fattoria dell'Arte. Primavera sui Sicani, il pastore delle nuvole e i suoi asini, con Lorenzo Reina;
26 Monte Sant'Onofrio; m 806, (Monti di Calamigna, Trabia). Querceti termofili tra Termini e Bagheria;
30/4 3/5 Pantelleria, profumi nordafricani e calore della terra;

Maggio
1 Abisso dei Cocci, il Ramo dei Laghi, escursione in grotta con il CAI di Castellammare (Tp)
10 Zingaro, Monte Speziale, m 913 (Monti di Trapani) sentiero medio e cresta tra il Golfo di Castellammare ed il Golfo del Cofano;
10 Giardino delle Farfalle... non solo per bambini e gara di fotografia naturalistica per bambini (Giacalone, Monti di Palermo);
15-17 Bosco di Sperlinga, m 1139, e Pizzo Catarineci, m 1660. In cammino tra Gangi e Geraci siculo;
17 Trinità di Delia (Castelvetrano) e Paludi di Capo Feto. Tappa culturale con l'ass. Sentieri Sostenibili e birdwatching;
24 Anello del Carbonara, m 1979 (Madonie). Le fioriture dell'altopiano.
30/5-1/6 Panarea, Pizzo del Corvo m 421, e Stromboli, Pizzo m 918, (Isole Eolie). Il più bel sentiero delle Eolie a Panarea ed il vulcano attivo;
30-31 Corso sulle erbe spontanee, aromatiche ed officinali (II ed.): riconoscimento, raccolta, impiego, laboratori culinari (Nebrodi);

Giugno
6 (sabato) La scuola sta per finire! Alla scoperta delle piante di Villa Malfitano a Palermo. Giochi a tema per grandi e piccini..
7 Spiaggia di Eraclea e Foce del Belice (Eraclea Minoa). Falesie fossili e spiagge mediterranee, birdwatching;
13 (sabato)La scuola è finita! Alla scoperta delle piante di Villa Trabia a Palermo. Giochi a tema per grandi e piccini;
13-14 Traversata dei Monti dello Zingaro (Tp) con pernottamento a Borgo Cusenza;
14 Chiusa Sclafani e Valle Vite (Monti Sicani). Passeggiata culturale e gastronomica con l'ass. Sentieri Sostenibili;
19-21 Intorno a Taormina. (Etna e Peloritani) Monte Veneretta m884, Monti Sartorio m 1770, Gole dell'Alcantara;
21 Riserva di Capo Gallo, (promontori di Palermo), passeggiata, caccia al tesoro botanica e bagno per la giornata più lunga dell'anno;
26-28 Musica sui Nebrodi (Longi, Me). Consueto appuntamento con la musica in natura;
28 Gole di Tiberio: passeggiata in canotto e bagno nel Fiume Pollina con l'ass. Madonie outdoor;

Luglio
12 Bosco della Tassita: escursione tra maestosi esemplari di tasso (Nebrodi);
17-19 Ustica, tre giorni con Artemisia-Teatro;
25-26 La Stretta di Longi fine settimana sui Nebrodi, nelle acque del fiume San Basilio e bimbi sotto le stelle;

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Lipari (Isole Eolie): Rocche Rosse e Monte Pilato


Orlo del cratere di pomice
di Monte Pilato
Una delle escursioni più interessanti sull'isola di Lipari, arcipelago vulcanico delle Eolie, è l'ascensione al Monte Pilato attraverso il sentiero che parte dall'estremo est della spiaggia di Acquacalda e attraversa l'antica colata delle Rocche Rosse. La colata è datata tra l'VIII ed il VII secolo d.C. ed è una delle più recenti dell'isola. Il Monte Pilato è il punto più alto dell'orlo del cratere da cui è fuoriuscita ed è costituito da bianchi depositi piroclastici di pomice. La pomice è una roccia molto leggera che si origina con attività vulcanica esplosiva in presenza di magmi viscosi ricchi in silice. La ben nota pomice di Lipari fu oggetto di estrazione ed esportazione per uso industriale fino al 2005. Un magma viscoso e ricco in silice è detto "acido". A Lipari la colata delle Rocche Rosse, così come quella poco distante, a sud, di Forgia Vecchia, ha la particolarità di essere il risultato della solidificazione di lava acida. 
Colata riolitica Rocche Rosse
Dal raffreddamento in superficie di un magma acido, che contiene tra il 20 ed il 60% di quarzo, e non meno del 35% di feldspato alcalino tra tutti i feldspati, si ottene una roccia che si chiama riolite o liparite. Per confronto si ricorda che le rocce effusive più diffuse, i basalti, contengono molto meno quarzo (tra 0 e 20%), e non più del 10% di feldspato alcalino (90-100% plagioclasio tra tutti i feldspati). Le colate riolitiche, proprio per la composizione chimica della lava che le origina, hanno aspetto molto diverso da quelle basaltiche e una volta solidificate presentano caratteristiche tipiche. In genere la loro parte più interna è costituita roccia chiara e compatta, la riolite litoide, avvolta in un involucro nero di vetro vulcanico, l'ossidiana. La parte ancora più esterna è invece costituita da frammenti più o meno grandi e mescolati di pomice ed ossidiana.
Ossidiana di Lipari con sferuliti
L'ossidiana è un vetro nero e lucente a frattura concoide che è stato importante materiale per l'industria litica preistorica, per la facilità con cui è possibile ottenere, per scheggiatura, parti taglienti. Vetro significa che la materia, a causa del rapido raffreddamento che ha subito con l'esposizione subaerea, non ha avuto il tempo di organizzarsi in cristalli, che sono strutture ordinate e periodiche di atomi che per crescere hanno bisogno di tempo. Con il tempo però l'ossidiana tende comunque a cristallizzare. Il processo di devetrificazione lentamente coinvolge l''intero vetro vulcanico tanto che non sono conosciute in natura ossidiane più vecchie di 225 milioni di anni. Localmente, all'interno della pasta vetrosa dell'ossidiana delle Rocche Rosse si notano numerose piccole bolle bianche del diametro di circa un millimetro, le sferuliti, costituite da aggregati cristallini bianchi probabilmente di feldspato alcalino, cristobalite e quarzo. La diffusione di rioliti e altre rocce effusive acide a Lipari e in altre isole delle Eolie suggeriscono che il fuso da cui si originano si è in qualche modo arricchito in silice o per subduzione e fusione di rocce crostali o per un processo detto differenziazione magmatica. Queste considerazioni sono alla base delle ipotesi circa l'origine del vulcanismo eoliano.
la ninfa del corbezzolo (Charaxes Jasius)
Sulla colata di Rocche Rosse e sul cono di pomice di monte Pilato cresce oggi una fitta macchia di erica arborea, cisto rosa e corbezzolo. In estate è possibile incontrare una splendida farfalla il cui bruco si insedia tra le foglie di quest'ultimo: la ninfa del corbezzolo (Charaxes Jasius).